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UNA LUNGA EVOLUZIONE PER IL RITORNO ALLE ORIGINI -
Ho iniziato
a dipingere in maniera spontanea, senza maestri, senza nessuno cui guardare,
così come giocavo alle biglie, con le macchinine o le figurine:
mi piaceva e basta.
Per molti anni non mi sono ispirato a nessuno, dipingendo la mia vita,
le mie cose, le persone care: anni trascorsi a disegnare per essere
padrone della forma.
La pittura era sempre spontanea, personale; i soggetti: ulivi, paesaggi
pugliesi assolati e ancora persone care, ma gli alberi erano protagonisti.
Alberi sulle spiagge, ulivi contorti e argentei, mandorli dal verde
tenero e dai rami duri, cipressi neri oltre il muro del cimitero, pini
marittimi alla stazione e poi castagni, larici rossi e rosati dalle
carezze del sole.
Sono quindi arrivati, inevitabili, gli innamoramenti pittorici: più
capace, meno spontaneo, come è facile fare proprie le cose belle,
le soluzioni già trovate.
La strada sembra più semplice, ma si contorce sempre di più,
anni di ricerca, vie già percorse senza sbocchi.
La tecnica cresce, le capacità anche, ma con loro aumenta lo
smarrimento: chi sono, perché dipingo, che cosa voglio raccontare
se non me stesso e le mie emozioni?
Se poi non lo racconto con il mio linguaggio, quello che mi identifica,
che cosa lo faccio a fare?
Allora fermo tutto, mi guardo dentro di nuovo: smarrimento, lampi di
luce e buio pesto, uno spiraglio, un muro invalicabile e un "già
visto" che riemerge dal fondo della memoria.
Piano piano, ripenso ai miei inizi, all'ingenuità e alla pulizia
mentale, alle cose che amo e che mi dicono poesie. Ricomincio a dipingere,
amo gli alberi, li ho sempre amati: quanto mi ci sono arrampicato su
quegli antichi lauri della collina di Sant'Albino che mi lasciavano
nero e mi portavano con le loro lunghe braccia contorte nel profondo
delle foreste più lontane, quelle dei sogni e dei misteri!
Gli alberi mi parlano e recitano poesie, grazie alla loro conoscenza
so dove sono e perchè.
Come scrisse Charles Darwin, "gli alberi costituiscono la maggior
bellezza di tutti i paesaggi": io condivido questo pensiero, lo
abbraccio con tutte le mie forze e comincio a ritrovarmi.
Le atmosfere sono quelle che amo, la tecnica è nuova e antica,
comunque "mia".
L'evoluzione per tornare alle origini è iniziata.
Arcangelo
Ciaurro